Dello Scompiglio - residenze
La forma della residenza si è data in modo quasi naturale fin dall’inizio del lavoro dell’Associazione Culturale, assecondando il dialogo costante tra l’attività performatica e gli spazi esterni e interni della Tenuta Dello Scompiglio, in cui ogni luogo può diventare spazio scenico e ogni ambiente è influenzato dall’attività artistica.
Gli artisti hanno la possibilità di immergersi nella vita della Tenuta e di confrontarsi con il luogo e con le persone che lo popolano, diventando così parte attiva del Progetto Dello Scompiglio in tutte le sue sfaccettature.
Gli alloggi in cui risiedono sono case passive alimentate con fonti naturali e poste all’interno dell’azienda agricola biologica.
Le residenze, aperte anche a gruppi informali, permettono l’accesso ad artisti che non godono di un supporto produttivo stabile, creando un’opportunità di sostegno in una fase iniziale, la più delicata e incerta negli esiti.
Non si definiscono settori d’intervento per tipologia artistica o per fasce d’età e, per i progetti teatrali, non è rilevante che una compagnia sia costituita o si tratti di un ensemble informale. I progetti possono essere editi o inediti, di qualsiasi dimensione o durata, da realizzare negli spazi interni o esterni della Tenuta e comprendere ogni tipologia di linguaggio.
Non tutti i progetti sfociano necessariamente con una produzione. Alcuni di essi si sviluppano in più fasi fino a terminare in un esito formale, altri periodi sono dedicati esclusivamente alla ricerca.
Questa estrema flessibilità è intesa a salvaguardare la libertà degli artisti nel proporre progetti anche di più ampia portata e non incorrere in una forma di auto-censura, giustificata dalla scarsità delle risorse e dalla difficoltà a gestire nel lungo tempo compagnie numerose.
RESIDENZA
Mirko Guido - Shifting Thoughts (DK)
TECTONIC
Su un palco centrale, circondato dal pubblico, la danzatrice si muove all’interno di un paesaggio di materiali risonanti. Lastre di metallo vibrano, la luce si rifrange, il pavimento si sposta e il suono pulsa. I suoi movimenti dialogano con vibrazioni e forze che la oltrepassano, riecheggiando gesti che non le appartengono. Trasformandosi, dissolvendosi e riemergendo in risonanza con l’ambiente, il corpo diventa al tempo stesso un sensibile strumento di percezione e il luogo stesso in cui si manifestano eventi tettonici—uno spazio in cui forze umane e non umane si intrecciano.
TECTONIC è un progetto coreografico che indaga i limiti in trasformazione tra corpo, spazio e materia. Mette in discussione modelli di conoscenza individualistici e separatisti, esplorando come la danza e la coreografia possano affinare la nostra percezione delle forze—interne ed esterne—che plasmano il nostro essere nel mondo.
Nelle parole degli artisti: Il periodo di residenza allo Scompiglio ci ha offerto un contesto ideale e immersivo per muovere i primi passi della nostra ricerca, permettendoci di concentrarci in modo approfondito sulle domande al centro del progetto. Insieme alla danzatrice Roosa Törmä, abbiamo esplorato uno stato performativo di “ipervigilanza” — una sensibilità acuta alle vibrazioni e alle forze in movimento nello spazio circostante. Abbiamo indagato il rapporto del corpo con il proprio stato materiale e la sua relazione stretta con la materialità e le vibrazioni del mondo, avvicinandoci progressivamente all’idea del corpo come luogo di eventi tettonici, capace di percepire la propria geologia e stratificazione. Fredrik Arsæus Nauckhoff ha sviluppato una composizione sonora elettronica che rispecchia questa indagine, attraversando ondulazioni di suono e frequenze basse, spostandosi da scale sottili e quasi impercettibili a cadenze ritmiche dense e incisive. Durante il processo, Elisa D'Amico ha accompagnato il lavoro offrendo feedback, suggerimenti e documentando la ricerca attraverso scrittura e disegni. Questa residenza ha segnato l’inizio del progetto, che debutterà a Copenaghen nel gennaio 2026.
Mirko Guido (nato in Italia) è coreografo e danzatore di base a Aarhus, in Danimarca. Lavora stabilmente presso Bora Bora - Dance and Visual Theater. Ha conseguito un Master in Nuove Pratiche Performative presso la DOCH / Stockholm University of the Arts. Come danzatore ha fatto parte di importanti compagnie come il Cullberg Ballet e ha collaborato con numerosi coreografi, tra cui Deborah Hay, Benoît Lachambre, Crystal Pite, Johan Inger, Mats Ek, Tilman O'Donnell, Paul Lightfoot & Sol Leon, Itzik Galili, Guy Weizman e Roni Haver, Alexander Ekman, Rafael Bonachela, Jo Strømgren, Marco Goecke, Cristina Caprioli.
Ha ricevuto il First Prize e l’Audience Prize al Concorso Coreografico Internazionale di Hannover (2008). Ha creato coreografie per le compagnie di Saarbrücken Staatstheater e Wiesbaden Staatstheater, per poi passare all’attività freelance, immergendosi in pratiche contemporanee, sperimentali e interdisciplinari. I suoi lavori da artista indipendente sono stati presentati in numerose sedi in tutta Europa, tra cui il PuSh Festival (Canada), l’Athens Dance Festival (Grecia), il Festival La Becquée (Francia), il Festival MAP/P E-motional (Portogallo), Teatri di vita (Italia), Dance Station (Serbia), Weld and Dansens Hus (Svezia), Bora Bora - Dance and Visual theatre e ARoS Art Museum (Danimarca). Ha avuto il sostegno di molti importanti centri come Summer Studios Rosas, Work Space Brussels; Uferstudios Berlin; PACT Zollverein; MDT Stockholm.
Il lavoro coreografico e interdisciplinare di Mirko spazia tra teatri, gallerie d'arte e luoghi pubblici, con un’attenzione a come i diversi ambienti influenzano criticamente la concettualizzazione dei suoi pezzi. Affrontando spesso temi di interrelazione, liminalità e trasformazione, la sua pratica pone il corpo in stretto dialogo con materiali diversi, negoziando i confini tra corpo e spazio, identità ed esistenza, intimità e politica. Attraverso una lente di ingrandimento su danza e coreografia, il lavoro di Mirko coinvolge il pubblico emotivamente e concettualmente.
Roosa Törma è un’artista finlandese, performer e danzatrice. Si è diplomata alla Danish National School of Performing Arts di Copenaghen nell'estate del 2022 come danzatrice e coreografa. Attualmente lavora da freelance in tutta Europa, con base a Helsinki e Copenaghen. Come danzatrice ha lavorato – fra gli altri – con i coreografi Mirko Guido (IT/DK), MYKA (DK), Doris Uhlich (AUT), Matija Ferlin (HR), Renan Martins (BRA), Sergiu Matis (ROM) e Janina Rajakangas (FI). Sta portando avanti anche lavori sperimentali propri con la personale MULTIFEELING e la ricerca HALKEA in collaborazione con Paavali Kärkkäinen e HUMMING SCAPE in collaborazione con Madeleine Cole, Teresa Fough Schou e Alexandra Lewon. Nel suo lavoro artistico è particolarmente interessata alla ricerca dell'immaginazione, della sensibilità e del rapporto fra emozioni e movimento.
Fredrik Arsæus Nauckhoff lavora nell’ambito di musica/sound design e di proiezioni video per produzioni teatrali, cortometraggi, arte, mostre e danza. Lavori recenti: musica dal vivo per la performance di danza ALL THAT REMAINS al PuSh festival di Vancouver (CA) e musica per la performance teatrale PHAEDRA-DOKUMENT allo Stadsteatern Fri Scen di Stoccolma (SE).
Elisa D’Amico lavora nel campo della danza e delle arti performative.
Come danzatrice collabora internazionalmente con coreografi/e indipendenti, compagnie, artisti visivi, tra cui Annika Pannitto (ES/IT), Mirko Guido (DK/IT), Aline Nari (IT), Elisabetta Consonni (IT), Stefanie Nelson Dancegroup (USA), S'odinonsuonare (IT).
Porta avanti attività di ricerca e creazione personali, navigando tra pratiche fisiche e di scrittura, in stretta collaborazione con Francesco Dalmasso. I loro lavori sono stati presentati e selezionati per: Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze – Bando Abitante 2021; ACS Abruzzo Circuito Spettacolo; Permutazioni - coworking coreografico promosso da Zerogrammi, Lavanderia a Vapore, Piemonte Dal Vivo; EDN European Dancehouse Network; Polo del ‘900; Resurface Festival; RAAA Festival; OGR Torino; PAV - Parco Arte Vivente.
Laureata presso ArtEZ Hogeschool voor de kunsten (NL) con un Minor in Maker, è parte dell’organizzazione di shared training torino e lavora come Development Associate di Dance Italia. Dal 2020 è nel team curatoriale del progetto Workspace Ricerca X_research & dramaturgy.
RESIDENZA
To Repel Ghosts / Lettera al Padre
di Gennaro Lauro
con Silvia Mai e Gennaro Lauro
assistenza Elisabetta Lauro
luci Tea Primiterra
sound angel Juliette Sedes
produzione Compagnie Meta (Francia), Associazione Sosta Palmizi (Italia)
sostegno residenziale: D.iD (Austria); HOME - centro coreografico (Perugia), Associazione Sosta Palmizi (Cortona), Micadanses (Francia), BTT/Balletto Teatro di Torino (Italia), Le Volatil (Francia), Teatri di Vetro (Roma), Intercettazioni/Teatro delle Moire (Milano), Tenuta dello Scompiglio (Lucca), Oriente/Occidente (Rovereto), Fabbrica Europa (Firenze), K3 (Hamburg - Germania), IIC Amburgo.
accolto da: CND - Pantin (Francia), L’Échangeur CDCN (Francia), 104-Paris (Francia).
“Se avessi lasciato, se io mi fossi lasciato andare, tu non ci saresti, perché non ci sarebbe il sesso, non ci sarebbe la famiglia, non ci sarebbe il letto coniugale, non ci sarebbe la maternità, non il latte caldo, non le carezze a bilanciare i miei pugni, nessuno nessuno si sarebbe occupato di te. saresti un individuo gettato nel nulla. Il mondo che tanto ti piace è su di me, sulle mie di spalle. Nessuno mi ha chiesto nulla, hai ragione. Certo. Ma se non ci fossi io il mondo rotolerebbe e basta e ci schiaccerebbe tutti. Se io non porto il mondo, tu non hai forma. Se io lo lascio, tu non hai confini. Non ci sarebbe né qui né lì, né destra né sinistra. Io sono qui per dividere, per formare, per opporre, io sono qui per fare la guerra, perché dove c’è guerra c’è morte e dove c’è morte c’è vita. Io sono il Padre.”
(Il monologo del Padre - Gennaro Lauro)
Gennaro Andrea Lauro, nato in Inghilterra e cresciuto in Italia, dopo gli studi di Filosofia e Lingue Orientali, si è avvicinato alla danza e al teatro, lavorando come interprete dal 2013 per le compagnie italiane Sosta Palmizi, di cui è artista associato dallo stesso anno, e Atacama, nelle creazioni di Romeo Castellucci, per Cindy Van Acker, e ancora per Flora Gaudin, Fabian Ruiz del Circo El Grito, Aurélien Dougé, Heine Avdal/Yukiko Shinozaki, e nel 2024 è interprete di Oona Doherty per la nuova creazione Specky Clark. Ha partecipato ai progetti cinematografici di Arnold Pasquier e Jérôme Walter Gueguen e assistito le compagnie Cunca/lauro e Divisar. Tra il 2021 e il 2022 è uno dei ‘Co-Creators’ della Tanz Station – Barmer Bahnhof di Wuppertal.
Dal 2018 lavora a creazioni proprie.
Sarajevo – la strage dell’uomo tranquillo, il suo primo solo, finalista del Premio Equilibrio 2018 e selezionato per la Vetrina Anticorpi XL 2018 oltre che tra i ’40 Winks’ di Aerowaves 2019.
Mondo, coproduzione franco-italiana, selezionata per la Vetrina Anticorpi XL 2020 e tra i ’40 Winks’ di Aerowaves 2021.
ZugZwang, in collaborazione con sua sorella Elisabetta Lauro, selezionato per il ResiDance XL 2022.
Attualmente lavora al suo nuovo progetto di creazione per il 2025: To Repel Ghosts/Lettera al Padre, una ricerca sul maschile, coproduzione Sosta Palmizi/Compagnie Meta (FR).
Continua a lavorare come traduttore per case editrici italiane e per riviste accademiche italiane e internazionali.
Il suo auspicio è che il suo cammino continui a seguire i suoi passi e non il contrario.
Silvia Mai è danzatrice e pastora d’alpeggio. Studia con Raffaella Giordano, Silvia Rampelli e Dominique Dupuy. E’ cofondatrice del gruppo di ricerca sul movimento FamigliaFuché.
Nel 2012 crea “Raku” (progetto vincitore premio GD’A Veneto 2012); successivamente avvia due progetti “gemelli” rimasti in fase di ricerca sull’esperienza del tempo: “Ciò che resta del fuoco” in collaborazione con il percussionista Enrico Malatesta, e Cercandomi seduto stanco in collaborazione con Valeria Mai.
E’ interprete in Caino, Cage’s Parade e Ora non hai più paura di Teatro Valdoca (2010-2013), Hospice di Glen Caçi (progetto vincitore premio equilibrio 2013), Or di Silvia Rampelli/ Habillé d’eau, Sulla felicità di Giorgio Rossi/Sosta Palmizi, The Bassarids, opera lirica di H.W.Henze, con la Regia di Mario Martone. Nel 2015 è a Lisbona con Yield, un progetto nato dall’incontro con l’artista portoghese Claudia Dias e la RTC (Real Time Composition). Dal 2013 approfondisce alcune tematiche convergono nello studio delle arti marziali e tradizioni giapponesi.
Dopo alcuni anni di silenzio artistico dedicati all’esperienza dell’alpeggio, prende parte in Désert di Leonardo Delogu (Cagliari, 2018).
Nel 2020 è tra i danzatori selezionati per OUR Labyrinth opera performativa dell’artista taiwanese Lee Mingwei. Nell’autunno 2021 è ospite di Laterale per Danae Festival con il progetto Prospettive Animali, primo passo di una nuova ricerca personale con Anna Paola Bacalov e dei suoi fedelissimi cani Gringo ed Eco.
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