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Il Cimitero della Memoria

A CURA DI ANGEL MOYA GARCIA CON CECILIA BERTONI

SILVIA GIAMBRONE, DAVIDE ORLANDI DORMINO, GIAN MARIA TOSATTI, BARBARA UCCELLI, ENRICO VEZZI E CLAUDIA ZICARI

Il Cimitero della Memoria

Il Cimitero della Memoria Enrico-Vezzi.jpgIl Cimitero della Memoria Claudia-Zicari.jpgIl Cimitero della Memoria Barbara-Uccelli1.jpgIl Cimitero della Memoria Gian_Maria_Tosatti.jpgIl Cimitero della Memoria Silvia-Giambrone.jpgIl Cimitero della Memoria Davide_Orlandi_Dormino.jpg

La mostra, che è visitabile anche a sé stante, è nata come terza tappa della performance Riflessi in Bianco e Nero, con la regia di Cecilia Bertoni, ed è stata inaugurata in occasione della prima della performance, il 29 e 30 maggio 2010, nell’ambito della manifestazione Maggio Dello Scompiglio.

Il Cimitero della Memoria si sviluppa sul territorio di una vecchia vigna, i cui resti sono pilastri di cemento. Ricordi effimeri, simulacri, vuoti calpestabili, librerie di frammenti dimenticati, spazi privati, immagini incustodite, passaggi socchiusi, luoghi mentali in bilico tra il passato e il presente degli artisti invitati a riflettere per elaborare una lettura soggettiva della memoria.

Assimilazione, ritenzione, stratificazione, acquisizione e codificazione di nozioni, recepimento dello stimolo, traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile, categorizzazione, etichettatura legata agli schemi e alle categorie preesistenti, immagazzinamento o stabilizzazione delle informazioni apprese durante l’esperienza. Conosciamo appena i processi neurofisiologici connessi alla memoria e all’oblio e non sappiamo ancora indicare con precisione i loro luoghi nonostante gli intenti e i concetti legati alla sua definizione. La memoria può essere considerata un processo o solo un insieme di ricordi e immagini mentali? Una riproduzione esatta del passato o una sua ricostruzione approssimata? Possiamo considerare l’ecmnesia, la trasformazione dei ricordi in esperienze attuali, come una patologia della memoria o come il normale sviluppo di essa? Fino a che punto possiamo vivere il presente senza condizionamenti o vincoli con il passato?

Di fronte a queste problematiche, otto artisti sono stati invitati per proporre una visione, un’interpretazione e una lettura soggettiva del proprio rapporto con la memoria. L’insieme denota un paradosso tra la tensione violenta con il proprio passato e la necessità di emancipazione nel proprio presente.


Silvia Giambrone Simulacra (2010
)
tecnica: bronzo; dimensioni ambientali

Davide Orlandi Dormino  Untitled (2010)

tecnica: cemento armato e resina epossidica;
 dimensioni: 600 x 400 cm

Gian Maria Tosatti  Le considerazioni sugli intenti della mia prima comunione restano lettera morta - spazio #03 (the dreamers) (2010)

tecnica: ferro, legno e cristallo;
 dimensioni ambientali

Enrico Vezzi  ArbitraryGates (2010)

tecnica: tre cancelli, cerniere modificate, meccanismo a molla;
 dimensioni ambientali

Claudia Zicari  Pensatoio (2010)

tecnica: ferro;
 dimensioni: 250 x 50 x 50 cm

Barbara Uccelli  Sleeping-Beauty (2013)

tecnica: vetro e cavetto di acciaio inox;
 dimensioni ambientali

 

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