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Paesaggismo

 

“Il giardinaggio è un esercizio spirituale,

una maniera di guardare il mondo, di interrogare la natura.

Non è tecnica, ma poesia.”

Jorn de PrécyE il giardino creò l’uomo

 

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L'interazione delle diverse attività del Progetto Dello Scompiglio - cucina, agricoltura, cultura, paesaggio - e l'organismo della Tenuta sono come una coreografia in lentissimo movimento, una musica che cambia di colore e tonalità quando creiamo nuovi accenti, o evidenziamo ciò che è appena un abbozzo, quando mettiamo in movimento ciò che è fermo, quando risvegliamo ciò che dorme.

L'arte del paesaggismo, intesa come armonia mutevole fra il paesaggio e l'azione umana, pervade il mosaico delle aree esterne della Tenuta.

Partendo dalla struttura originale della villa rinascimentale, con la simmetria delle sue stanze interne che si trasformano in stanze esterne nel parco, tutta la concezione Dello Scompiglio evolve basandosi su questo principio. Le diverse aree - parco, Collina dell'Uccelliera, agricoltura, bosco - elaborano la relazione tra l'impronta umana, che struttura architettonicamente per creare spazi agricoli o ludici, e la natura, "domata" dall'uso agricolo o nella sua forma più dominante, il bosco.
La Collina dell'Uccelliera, il cuore della Tenuta, si eleva alle spalle della villa. Quest'area, con terrazzamenti in pietra e una flora costituita da alberi nobili migrati dal parco e da alberi e vegetazione autoctona, è dedicata esclusivamente al paesaggismo, all'interazione ludica e contemplativa fra natura e cultura, divenendo lo spazio esterno per le arti visive e performatiche e creando un luogo nel quale si possa semplicemente camminare, sedersi, riposarsi, guardare, ascoltare, odorare, leggere, sentire.

Nel progetto paesaggistico, tutte le aree creano un organismo diversificato ma unitario, attraverso il tema degli alberi, il tema dei portali e il tema dell'acqua, che con i suoi corsi naturali ed artificiali, crea il fluire e defluire.

Il tema degli alberi, che scandiscono ritmi più o meno serrati, è sovrano nel parco e in tutta l’area della Collina dell’Uccelliera e nel bosco, ma appare anche nelle zone coltivate. La Vigna Madre è sovrastata da un viale di pioppi, affiancata da una parete di mimose e vi albergano tra i filari alcuni prugnoli. Nella Vigna di Monte s'intersecano tre alberi in diagonale e ai suoi piedi un filare di olmi. Nella Vigna Bassa si erge un cedro solitario.

Il tema dei portali, che come la battuta nella musica crea confini e dà struttura, riprende e riformula l'antica usanza di inserire nel territorio portali privi di recinti, per segnalare la soglia fra diverse aree. I portali vengono eseguiti in diversi materiali, possono essere addirittura effimeri, degradabili nel tempo, e creano nell'ambiente momenti di consapevolezza di transizione e di passaggio.

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Il paesaggio Dello Scompiglio, sempre in movimento, vorrebbe divenire un unico grande giardino, pur preservando ed enfatizzando la diversità dei molteplici ambienti e microclimi che lo compongono e dando loro accenti talvolta puramente paesaggistici, talvolta più agricoli o boschivi.

Il fulcro di questo giardino è una vasta area paesaggistica che è anche l’habitat ideale per performance negli esterni, interventi e tracce di artisti, ma che vorrebbe più e più essere anche uno spazio ludico o contemplativo per coloro che semplicemente vogliono camminare, pensare, respirare e riposarsi nella natura.

Quest’area, dapprima svelata da sotto un’intricata coltre di rovi, si sta sviluppando e sta ritrovando un suo equilibrio dinamico.

I nostri interventi nascono prima di tutto dall’ascolto e dall’osservazione della danza della natura che forma un organismo unico e allo stesso tempo articolato.

In alcune situazioni dove la competizione per la luce è serrata, vengono selezionate e privilegiate piante e alberi con una maggiore idoneità all’ambiente. Mentre alcune specie invasive sono tenute sotto controllo, vengono piantati molti alberi sia così detti autoctoni, la maggior parte dei quali dal nostro vivaio, sia di varietà più adatte alla presente situazione, alterata dai cambiamenti climatici.

Purtroppo molte specie arboree stanno deperendo, fra queste anche i meravigliosi olmi.

Nel tempo stiamo creando sia aree con gruppi di alberi come le sughere, le betulle e gli alberi della nebbia, che percorsi che collegano singoli esemplari di specie arboree come i ginkgo, i salici piangenti, gli aceri giapponesi, i ceanothus.

Si cerca di introdurre elementi di valore estetico, ma anche pratico, come i rosai e i salici nelle vigne, la lavanda, il rosmarino, la salvia, oltre a favorire la diffusione del mirto.

Gli interventi sugli alberi vengono fatti mediante la tecnica del tree-climbing che, oltre a favorire una relazione più simbiotica con la pianta, permette una manutenzione più puntuale e precisa grazie a una potatura meno invasiva, ed evita anche l’utilizzo di mezzi pesanti che possono ferire le radici degli alberi e/o creare un eccessivo compattamento della terra.

Contrastando le piante infestanti come il rovo, si dà sempre più spazio alla flora spontanea con le sue fioriture che, oltre a creare un ecosistema vario e accogliente anche per gli insetti e per la fauna, presentano forme, colori e profumi di notevole e mutevole impatto estetico.

Nelle zone dove il rovo è già stato in buona parte mitigato, il manto multiforme e variopinto della vegetazione è lasciato crescere spontaneamente, attraversato solo da camminamenti che collegano l’intera Tenuta.

Nel parco secolare erano già state introdotte non solo camelie rare, ma anche altre acidofile come l’azalea e il rododendro. Grazie all’interazione con il vivaista e collezionista Andrea Antongiovanni, abbiamo aggiunto molte di queste piante diffondendole per tutta l’area paesaggistica, creando micro-giardini nei luoghi più inaspettati.

Nell’ecosistema Dello Scompiglio sono anche presenti specie rare, come l’Osmunda Regalis, oltre a un’abbondante popolazione di tritoni e di lucciole, termometro di un ecosistema sano.

Il giardino Dello Scompiglio è casa - tra gli altri - di volpi, tassi, istrici, ricci, roditori, poiane, rondini, gufi. E anche di due asini.

La zona paesaggistica non è delimitata da confini precisi, semplicemente si diluisce nelle aree agricole o boschive. Nell’agricoltura convenzionale si parte dal presupposto che le coltivazioni, completamente antropizzate, meccanizzate e finalizzate alla produzione, siano in contrasto totale con la natura caotica e incontrollabile. Insomma come se la natura e l’agricoltura fossero nemiche. Allo Scompiglio, dove si pratica agricoltura biologica, pensiamo che questa dicotomia sia un’idea ormai oltrepassata e addirittura nociva al pianeta. La nostra ricerca va in senso opposto, partendo dalla considerazione di come un ecosistema vario sia nella flora che nella fauna rafforzi il sistema immunitario anche dell’agricoltura.
(Tenuta Dello Scompiglio, 2008, 2020)
Cecilia Bertoni


Il paesaggio esprime la sintesi percepibile delle attività dell'uomo nel contesto naturale e la loro collocazione in un ambito culturale, l'aspetto formale dell'ambiente, del territorio vissuto dalle popolazioni il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro infinite interrelazioni. Sono spazi naturali, rurali, urbani, terre e acque, paesaggi eccezionali e del vissuto quotidiano, paesaggi degradati, in cui interagiscono patrimoni naturali e comportamenti umani. La percezione del paesaggio induce alla lettura della stratificazione del tempo, della sedimentazione dell'azione umana, della complementarietà di natura e storia. L'attenzione al genius loci porta ad individuare l'insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un ambiente. E' necessario conoscere il carattere di questi luoghi, la sequenza degli spazi, i confini, l'impianto geometrico, il linguaggio formale e quello spontaneo, il tessuto agricolo, la "texture" del verde.

Nel progetto del paesaggio Dello Scompiglio arte, natura e cultura sono al centro del recupero e della riqualificazione di concetti come vivere nella conoscenza del legame natura/uomo, tutelare e conservare il verde per salvaguardare, recuperare e valorizzare gli elementi peculiari del paesaggio, riproponendo segni forti del processo costruttivo del sistema del verde ed intervenendo con gesti essenziali, dove il senso della natura intride di sé comportamenti e idee, etica e creatività.

I diversi luoghi della tenuta diventano temi di progetto, punti di riferimento ed organizzazione paesaggistica: nuovi luoghi per l'abitare, l'attività agricola e culturale, lo svago; nuovi spazi informali d'incontro e contemplazione; nuovi percorsi sottesi per stabilire nuove relazioni. Lo spazio fisico si modifica secondo diverse esigenze, contraddittorie e a volte conflittuali: l'equilibrio dell'ambiente naturale, la salvaguardia e la valorizzazione della forma del paesaggio, la domanda di nuovi interventi funzionali alle attività e agli insediamenti umani. 
Obiettivo del progetto diventa offrire nuovi spunti di fruizione sensoriale dello spazio, del profumo, del colore, della luce, nuove armonie tra uomo e natura nell'ambito di una disciplina soggetta alla temporalità: l'uomo si muove attraverso il paesaggio, il paesaggio si muove, cambia, cresce, la bellezza è effimera.

Scaturisce così un progetto in continua evoluzione dove dominano il tema degli Alberi e dei Portali, dove ricercare un paesaggio bello, diversificato e allo stesso tempo unitario nello stile, un paesaggio che permetta di cogliere dimensioni oltre l'individualità, per condividere spazio e tempo con l'arte, l'architettura, il teatro. E l'esperienza della bellezza del paesaggio in termini sensoriali induce alla consapevolezza dei valori ambientali, in tal senso il progetto diventa strumento di percezione dell'ambiente e contribuisce a garantirne la tutela, portando alla consapevolezza della sostenibilità come concetto etico. Lo sperimentare un nuovo e più sensibile approccio all'ambiente porta a rivolgersi con diversa attenzione a ciò che ci circonda, al rispetto, alla cura, all'atteggiamento attivo nel relazionarsi con il paesaggio progettato.
(Tenuta Dello Scompiglio, 2008)
Stefania Restelli

 

 

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