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SPE - Spazio Performatico ed Espositivo
22 febbraio 2014
ore 19.00

Voces Intimae 

Thomas Linley e Wolfgang Amadeus Mozart: due prodigi del XVIII secolo

Wolfgang Amadeus Mozart, Trio in do KV548
Giuseppe Tartini, Sonata no.17 in re per violino
Thomas Linley the younger, Sonata per violino e basso continuo
Wolfgang Amadeus Mozart, Sonata in mi bemolle KV 282 (189 g) per fortepiano solo      
Wolfgang Amadeus Mozart, Trio in sol KV 564

Voces Intimae
Riccardo Cecchetti, pianoforte
Luigi De Filippi, violino
Sandro Meo, violoncello

Voces Intimae

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L’Ensemble Voces Intimae presenta a febbraio un  programma su strumenti originali sul tema dell'incontro fiorentino, avvenuto nel 1770, fra i due giovanissimi musicisti Wolfgang Amadeus Mozart e l'inglese Thomas Linley, the younger (1756–1778) durante il primo viaggio in Italia di Mozart (avevano tutti e due 14 anni). Linley fu un musicista di grande talento ed all'epoca allievo di Pietro Nardini a sua volta il miglior allievo di Giuseppe Tartini, questo grandemente ammirato anche dal padre di Wolfgang, Leopold Mozart. Il programma, aperto e chiuso da due dei suoi trii pianoforte, violino e violoncello più significativi, comprende una sonata di Tartini ed una, sorprendentemente bella, di Linley insieme ad una sonata per fortepiano di Mozart composta poco dopo il suo primo viaggio in Italia.

 


programma

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Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791), Trio in do KV548

Allegro
Andante cantabile
Allegro

Mozart scrive i suoi trii per pianoforte, violino e violoncello in mi, do e sol (K542, 548 e 564) nell’ultimo periodo della sua vita, in un momento di grande difficoltà economica. Per questo li dedica tutti a Michael Puchberg suo amico, violoncellista e compagno di loggia, provando, senza successo, ad ottenere in cambio del denaro. Ascoltando il Trio in do ci si può divertire provando a scoprire le molte citazioni da sue Opere e Sinfonie dello stesso periodo, unito dalla superba grazia compositiva mozartiana.

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Giuseppe Tartini (1692 – 1770), Sonata no.17 in re per violino

Andante cantabile “Di se senti”
Allegro assai
Aria del Tasso
Furlana

Giuseppe Tartini è uno dei grandi nomi musicali del secolo dei lumi e fondatore della grande scuola violinistica moderna, riferimento di tutti i musicisti del XVIII secolo. Molti violinisti da tutto il mondo viaggiarono per studiare con il Maestro o con uno dei suoi migliori allievi. Fra questi il nostro Thomas Linley, che venne a Firenze per studiare con Pietro Nardini. La Sonata in re è colma di un’intensità lirica estremamente toccante, con ispirazioni molteplici che vanno dalle melodie popolari, ai ritmi di danza fino alla “Gerusalemme liberata” nell’”Aria del Tasso”.

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Thomas Linley the younger (1756-1778), Sonata per violino e basso continuo

Allegro
Adagio
Allegro assai

Thomas Linley è stato nella sua breve vita uno dei più promettenti violinisti e compositori del suo tempo. Nato in Inghilterra da una famiglia di musicista, si trasferì giovanissimo a Firenze per studiare violino con il più brillante allievo di Tartini, Pietro Nardini. Nell’aprile del 1770, anno della morte di Tartini, incontrò il suo coetaneo W.A. Mozart, con il quale strinse immediatamente amicizia. Leopold Mozart, padre del grande Amadè, così scrive dell’incontro: “…. I due ragazzi hanno suonato uno dopo l’altro per tutta la sera, abbracciandosi di continuo. Il giorno dopo l’inglesino….si è fatto portare il violino nelle nostre stanze e ha suonato per ore accompagnato da Wolfgang… i due ragazzi hanno suonato…non come bambini, ma come uomini!... Il piccolo Tommaso di ha poi accompagnati a casa piangendo, poiché dovevamo partire il giorno seguente….”. Lo stesso Mozart in età matura sosteneva che Linley era un vero genio e che se fosse vissuto più a lungo sarebbe divenuto una delle figure più grandi del mondo musicale.

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Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), Sonata in mi bemolle KV 282 (189 g) per fortepiano solo   

Adagio
Menuetto I e Menuetto II
Allegro   

E’ l’unica sonata per pianoforte che Mozart fa iniziare con un adagio. Questa particolarità gli dona un carattere estremamente cantabile e affettuoso, tramite il quale l’autore esplora la caratteristiche più espressive del pianoforte stesso. Lo strumento musicale pianoforte, inventato agli inizi del secolo XVIII a Firenze da Bartolomeo Cristofori, intorno alla data di composizione di questa sonata (1774) sta rapidamente diventando lo strumento musicale più popolare e diffuso, proprio grazie alle sue infinite e nuove capacità espressive. Mozart riesce a sfruttarne tutta la tavolozza di colori con una scrittura molto intensa e toccante, mantenendo al tempo stesso una semplicità serena ed a volte anche spiritosa.

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Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), Trio in sol KV 564

Allegro
Andante
Allegretto

Anche questo Trio viene scritto nello stesso periodo del Trio in do maggiore ed anche questo viene dedicato all’amico Puchberg. Mozart, dopo il suo periodo più felice, quello passato nella “Figarohaus” (1784-87), è alle prese con grandi difficoltà economiche. Quindi cerca di scrivere musiche semplici e accattivanti, che potessero catturare l’attenzione del grande numero di musicisti presenti nella Vienna dell’epoca. La scrittura di questo Trio è estremamente semplice, quasi essenziale, come tutta la sua musica; ma dietro a questa maschera di essenzialità si nascondono gli abissi espressivi tipici di Mozart, che rendono la sua musica così toccante e profonda.

 

 

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