30 novembre 2024, ore 19.30
Fuorimargine
Gloria Dorliguzzo
Dies irae + Symphony #2
Concerto per voci e martelli
musiche Galina Ustvolskaya
regia e coreografia Gloria Dorliguzzo
voce principale Monica Barone
maestro Gianluca Feccia
vocal coach Francesca della Monica
fonico Filippo Cossu
produzione Fuorimargine - Centro di Produzione di Danza e Arti Performative della Sardegna
si ringrazia Lenz e C&C Company
foto: Paolo Biassoni
Il progetto, firmato da Gloria Dorliguzzo e prodotto da Fuorimargine Centro di Produzione di Danza e Arti Performative della Sardegna, è un concerto performativo in cui le musiche di Galina Ustvolskaya - Dies Irae (1973) e alcune parti di Sinfonia n.2 (1979) - dialogano con una coreografia aperta, attraverso la sovrapposizione di una partitura appositamente studiata per essere eseguita con martelli su incudini e lamiere. Un coro femminile accompagna la voce narrante di Monica Barone, portatrice di tracheostomia con disabilità fisica che interessa l'apparato mandibolare e linguale, che propone un testo tratto dalla Sequenza sulla Santissima Trinità del monaco cristiano tedesco Ermanno il Contratto, del periodo medievale. Il ritmo dei martelli sul legno e sul metallo, i suoni amplificati e il rapporto con la voce danno vita ad azioni, movimenti e gesti che alludono a un rituale misterioso, all'interno dell'idea di liberazione intima da poteri omologanti.
Incarnazione vivente della Resistenza e soprannominata "la donna con il martello", Galina Ustvolskaya (1919-2006) è stata allieva di Shostakovich. La sua ricerca compositiva, improntata a un ideale drastico e fondamentale di semplificazione, l’ha portata alla creazione di una musica costantemente interrogativa, assoluta ed estrema. Le sue partiture musicali si basano su strutture martellanti e ripetitive che si traducono in un suono interrotto, ossessivo e pietroso, che talvolta sfocia in strazianti esplosioni stridenti.
Dalle note di regia: Il potere e la persecuzione si susseguono nella Natura. La violenza è onnipresente, attraversa la storia dell'umanità. La violenza crea caos e l'ordine coercitivo crea violenza. Nel genere umano, il corpo è lo strumento, l'oggetto, l'arma attraverso cui l'umanità crea il suo ideale.
Da un lato, la ferocia è indirizzata verso uno scopo in cui emerge la partecipazione collettiva, dall'altro, una violenza incontrollabile si autogenera da se stessa: la creatività dionisiaca. Come in tutte le tragedie greche, dalla combinazione di queste forze si diffonde l'istinto creativo, che spinge il corpo a rispondere costantemente a questa pulsione distruttiva nel tentativo di superare la paura della morte. In relazione a questa forza, il suono di questi eventi non può che essere disarmante, tragico e assoluto. L'obiettivo del progetto è cogliere gli accenti, le pause, le sfumature e la qualità timbrica di ogni singolo brano della partitura in relazione alla corporeità di ciascun esecutore.